Il borgo collinare più antico del comune di Follo, gode di un’ ampia vista panoramica sulla piana di Ceparana e sulla valle Usurana. Nel paese (270 abitanti) si respira ancora una atmosfera antica: portali di viva pietra, terrazze scolpite nel compatto agglomerato delle case. Da Tivegna la strada prosegue per Sorbolo e Ròssoli e Bastremoli e, scendendo, fino a Piè di Costa e Piana Battolla.
Il primo documento storico in cui viene citata Tivegna risale al 19 maggio 963: è il diploma – riportato nel codice Pelavicino – con il quale l’imperatore Ottone I riconosce al vescovo di Luni Adalberto i diritti sulla “Curtis di Tivenia” (la corte era un tassello della struttura feudataria con case, campi e boschi). Il fatto che fosse nominata con rilievo nel citato atto imperiale pone la sua nascita molto più indietro nei secoli, anche se non esistono documenti che possano collocare con precisione il suo “compleanno”. Secondo alcuni studiosi del ‘900 anche il toponimo Tivegna starebbe ad indicare una sua origine etrusca TIV (luna) + ENA. A sostegno di questa tesi la differenza del nome rispetto ai toponimi di origine romana terminanti in ANO – ANA (Vezzano, Madrignano, Valeriano, Sarzana), e a quelli di origine ligure – apuana terminanti in ASCO – ASCA (Valdurasca, Barbarasco, Marinasco).
Così rimane almeno fino al 1252 (o 1254), quando il pontefice Innocenzo IV ottenne che i castelli di Castiglione, Tivegna e Braccelli e il bosco di Padivarma venissero concessi in feudo al nipote Nicolò Fieschi. Anche in queste terre si verificò l’ avvicendamento di feudatari diversi, la breve soggezione a Castruccio Castracani, ai Visconti, agli Sforza, ai Francesi e finalmente alla Repubblica di Genova, con la quale rimase legata fino all’unità d’Italia. Al tempo della Repubblica Ligure Tivegna fu sede capoluogo di uno degli otto cantoni in cui era divisa la Giurisdizione del Golfo di Venere, confermando l’ importanza sempre attribuita al Castello e alla Podesteria. Divenne anche sede comunale.
Tivegna ha una notevole importanza nel 1400 quando si dota di propri statuti, oggi conservati presso l’ archivio storico di Sarzana. Il paese ebbe sempre tradizioni legislative: nell’Aia della Corte si teneva un parlamento e si legiferava per tutte le comunità vicine, firmando atti pubblici all’ombra di un antico leccio.
La notizia più antica della chiesa di San Lorenzo martire risale al 1228 (o 1229). La prima citazione di essa si trova infatti nel codice Pelavicino che racconta come il23 marzo 1228 sia stata sede della firma di un atto. Nel 1296/97 è citata tra le cappelle dipendenti dalla chiesa di Sant’ Andrea di Montedivalli. La chiesa ospita un’importante dipinto del 1665 attribuito al Cassoni, del sec. XVII, un bassorilievo finemente cesellato e un olio su tela con S. Michele della scuola di Fiasella, sec. XVII, un mirabile coro ligneo restaurato, oltre alla statua e al quadro della Madonna della Salute, venerata in paese.
Tivegna fu borgo fortificato con il castello, la torre, la casa del castellano (casa Carletti), le mura e la chiesa. Il castello(Castrum) viene più volte citato nel codice Pelavicino; l’ultima citazione risale ad un documento del 1252 quando due componenti della famiglia Aldoberti di Pontremoli sono nominati dal Vescovo di Luni e si impegnano a difendere il “castrum Tiveniae”. Non risulta nulla sulla sua distruzione. Le mura circondavano il paese ed erano interrotte da due porte – ancora visibilmente delineate – ai lati del paese: Porta Vecchia sull’angolo destro della piazza di entrata e Porta Nuova nella parte bassa. Restano quindi le terminologie inerenti a un borgo fortificato: castello, Aia della Corte, Borgo, Rovellino (da “rivellino” costruzione che costituiva la prima difesa mobile o fissa dell castello) e resta, come si diceva, la struttura medioevale del paese con le sue case arroccate, le volte, gli stretti camminamenti. Nel borgo troviamo quindi l’ antico Oratorio della Madonna del Carmine, l’ antica Chiesina di Piè di Foce (celebrazione della Madonna della Neve, il 5 agosto), la Chiesa del Palazzo, recentemente ristrutturata e dedicata alla Madonna, la Chiesuola della Madonna dell’ Orto (celebraz. il 2 luglio). C’è anche una chiesa leggendaria, la Chiesa delle streghe, che si racconta costruita dalle stesse in una sola notte, in vetta al colle di roccia rossa a strapiombo sulla valle. Una leggenda che richiama quella del Solco del diavolo, impresso nella roccia dopo un incontro – scontro tra un parroco e il diavolo in forma di giovane donna. Notevoli il casale medievale del “Palazzo”e l’antico Oratorio del Carmelo.